Logo d'ateneo Unibo Magazine
Home Innovazione e ricerca Realizzare la democrazia. Il Sudamerica come laboratorio di idee per la...

Realizzare la democrazia. Il Sudamerica come laboratorio di idee per la co-produzione di politiche pubbliche

Nell'ambito dell'iniziativa PhD Storytelling Lab, Mattia Bottino, dottorando in Public Governance, Management e Policy al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, racconta le innovazioni democratiche, istituzionalizzate o semi-istituzionalizzate che stanno emergendo nel continente sudamericano

La rassegna delle storie di ricerca raccontate da giovani protagonisti nasce dall'iniziativa PhD Storytelling, che ha visto dottorande e dottorandi confrontarsi con esperti di divulgazione e comunicazione dell'Università di Bologna e professionisti di UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici). Autore di questo articolo è Mattia Bottino, dottorando al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

 

São Paulo, sera del 12 giugno 2024. Dona Maria, come tutti i giorni, ha finito il turno pomeridiano di lavoro. È stanca; lavora come operaia presso un grande stabilimento tessile nei sobborghi industriali della più grande metropoli latino-americana. Dona Maria quest’anno è stata eletta membro del Conselho Gestores de Saúde della sua città, un piccolo centro adiacente a São Paulo. Ma, soprattutto, Dona Maria è una persona felice.


Il Conselho Gestores de Saúde in cui Maria è stata eletta è una struttura nata per raccogliere, in proporzioni uguali, dirigenti, funzionari e utenti del servizio nazionale di salute del territorio di riferimento. E ora Dona Maria, in qualità di utente-cittadina, avrà l’opportunità di (co-)decidere in merito a questioni riguardanti l’erogazione di servizi sanitari nella sua città. Per lei, madre-operaia e attivista sindacale, è il coronamento di un lungo periodo di lotte sociali, iniziate quando entrò nel movimento operario, in pieno regime militare.

Quella di Dona Maria è una storia che arriva dal Sud America, quella che possiamo definire oggi un vero e proprio “laboratorio” di innovazioni democratiche e, dunque, di democrazia partecipativa. La partecipazione della cittadinanza alla definizione delle priorità politiche nei diversi ambiti pubblici (es. sanità, istruzione o assistenza sociale) è oggi prevista dalla legislazione di molti Stati sudamericani.

Le innovazioni democratiche, istituzionalizzate o semi-istituzionalizzate, rappresentano l’oggetto principale della mia ricerca. Nello specifico, studio comparativamente quattro istituti partecipativi: i "conselhos gestores de políticas públicas" - nei quali rientrano i Conselho Gestores de Saúde a cui parteciperà Dona Maria - e i "conselhos do orçamento participativo" in Brasile, le "juntas vecinales" in Bolivia, e i "consejos comunales" in Venezuela. In termini pratici, questi istituti prevedono la formazione di consigli composti da cittadini e cittadine e dotati di potere decisionale. Oltre alla partecipazione, mediante questi dispostivi, si perseguono anche altre finalità: inclusione sociale, redistribuzione del potere e della ricchezza, rappresentazione delle minoranze e educazione civica.

I quattro istituti hanno un'altra caratteristica in comune: sono stati tutti implementati in stati federali o quasi-federali. E alla base di federalismo vi è un principio semplice: distribuire il potere politico in più centri, riconoscere la diversità che definisce gli individui e le comunità e garantire a questi più forme di partecipazione alla vita politica. Si è infatti detto che “il federalismo può essere visto come il lato istituzionale del pluralismo, similmente a quello che la democrazia partecipativa rappresenta sui piani sociale e individuale”.

Questa visione si concretizza attraverso la partecipazione delle persone ai consigli. Lo studio delle esperienze partecipative citate permetterà di valutarne la replicabilità e l’adattamento ai contesti italiano ed europeo.

Gli incontri elettorali rispondono ormai a bisogni totemici e, per molti e molte, si riducono a un mero atto ritualistico. Per molti altri e molte altre, la democrazia dovrebbe andare oltre l’idea di eleggere qualcuno a cui delegare la facoltà di decidere. Difatti, democrazia significa anche diretto esercizio della facoltà di decidere su questioni di interesse collettivo, così come accade per mezzo dei quattro istituti alla base della mia ricerca.

Dona Maria è un prodotto di immaginazione, ma la sua esperienza è, in realtà, quella di milioni di cittadine e cittadini sudamericani. Immaginate che la storia di Dona Maria possa diventare quella della Sgnèra Elena a Bologna, di Frau Ida ad Amburgo, di Zonjë Bedrie a Tirana o di Doamnă Ioana a Bucarest; tutte unite dal potere di partecipare e deliberare. Forse, oltre l’utopia, le vecchie democrazie europee possono trarre modelli per il rinnovamento delle forme del vivere politico.

OSZAR »