Al via la rassegna cinematografica del progetto SMART-ER! che alle 20.30 del 14, 20 e 27 maggio, all’Auditorium DAMSLab di Bologna, farà riflettere la comunità universitaria e la cittadinanza sulla resilienza dei territori di fronte ai disastri naturali e a quelli causati dall’essere umano. Filo rosso che collega le proiezioni, ognuna accompagnata da un incontro con esperti ed esperte dell’Alma Mater per incrociare sguardi e punti di vista, è l’impatto devastante di questi eventi e la lotta per la verità, la giustizia e la resilienza.
Le tre serate - promosse dai dipartimenti di Scienze giuridiche e delle Arti dell’Università di Bologna, in linea con la campagna nazionale “Io non rischio” del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri - rientrano tra le azioni di divulgazione e sensibilizzazione introdotte nell’ambito del progetto Sviluppiamo Modelli Attivi di Resilienza Territoriale in Emilia-Romagna! - SMART-ER!.
Coordinato dal prof. Federico Casolari, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e con il supporto della Presidenza della Croce Rossa Italiana e della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, SMART-ER! mira a favorire lo sviluppo di forme efficaci di governo degli eventi calamitosi nelle aree degli ecosistemi fluviali della Regione Emilia-Romagna.
La rassegna cinematografica partirà mercoledì 14 maggio con “The impossible” (2012). Diretto da J.A. Bayona, il film racconta la storia di uno tsunami dell’Oceano Indiano che, nel dicembre 2004, ha devastato la Thailandia. Il punto di vista è quello di una famiglia che trascorre le vacanze in questo paese: separati dalla forza dell’acqua, dopo una serie di coincidenze toccanti, genitori e figli riescono finalmente a riunirsi. Una profonda riflessione sulla fragilità umana di fronte alla forza devastante della natura e, al tempo stesso, un’esaltazione della speranza, della solidarietà e della resilienza nei momenti più disperati. “The Impossible” mette in luce il ruolo cruciale dell’empatia e dell’aiuto reciproco tra sconosciuti durante le crisi, offrendo uno sguardo intenso sulla forza dei legami interpersonali e sulla lotta per la sopravvivenza in condizioni estreme.
Seguirà, martedì 20 maggio, “Po” (2002): il documentario di Andrea Segre, scritto con Gian Antonio Stella, racconta l’alluvione del 14 novembre 1951 quando il fiume Po straripò a Occhiobello, un piccolo Comune in provincia di Rovigo, causando l’allagamento del Polesine. Una catastrofe ambientale che causò centodue vittime e oltre centomila sfollati e che ebbe come effetti l’immediata evacuazione della zona, l’emigrazione coatta in cerca di lavoro, una ricostruzione e un ritorno difficili. Attraverso testimonianze dirette degli allora bambini, oggi anziani, e filmati d’archivio dell’Istituto Luce, il film ricostruisce quei tragici eventi, evidenziando l’importanza della memoria storica e facendo riflettere sulla resilienza di una comunità di fronte alla catastrofe.
L’ultimo appuntamento, in calendario martedì 27 maggio, è con “Vajont” (2001), film diretto da Renzo Martinelli. L’opera racconta il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, quando una frana dal Monte Toc precipitò nel bacino artificiale della diga e provocò una enorme ondata che distrusse i paesi sottostanti, causando migliaia di vittime. Il film alterna ricostruzioni drammatiche e immagini storiche, sottolineando l’inadeguatezza delle risposte istituzionali e denunciando la responsabilità umana dietro i disastri annunciati.